Il mercoledì delle Ceneri ci introduce in quel tempo forte e austero della Quaresima. Il rimando al digiuno, alle pratiche ascetiche, sembra vada a braccetto con i musi lunghi e il divieto dei sorrisi. Ma il tempo di quaresima non è un tempo di lutto ma al massimo di penitenza. E la penitenza non è la celebrazione della tristezza ma la pianificazione di una vittoria. La penitenza è uguale all’allenamento che fa un atleta prima di affrontare una gara: si allena, suda, si stanca, fa sacrifici perché sa bene che così sarà pronto per gareggiare e magari vincere. È così che fa un cristiano durante la Quaresima: si allena per poter celebrare la vittoria della Pasqua. Perché una Pasqua senza Quaresima è come una vittoria senza fatica e sacrifici: puzza di imbroglio. Certo, non dobbiamo dimenticare che è Cristo ad aver vinto, ma tutti noi partecipando di questa vittoria dobbiamo imparare a far spazio ad essa. Lui ci ha liberati ma la libertà è una cosa a cui bisogna allenarsi. Un po’ come la storia del popolo di Israele quando fu liberato dalla terra d’Egitto: il lavoro più grosso non fu farli uscire dalla schiavitù ma estirpare l’Egitto dalla loro testa. Chi è cresciuto come schiavo non si abitua facilmente a vivere e a ragionare come una persona libera. La Quaresima è un tempo in cui ci si allena ad essere liberi. Altro che tristezza e angoscia, la Quaresima è l’anticamera della gioia.
Buona Quaresima a tutti
Equipe UCD